L’analisi è stata effettuata utilizzando centinaia di chiavi di ricerca casuali ed analizzando i risultati: Google, sostiene Wright, favorisce i propri siti, collocandoli per primi nelle ricerche, solo nel 6.7% dei casi, mentre Bing propone per primi i siti collegati a Microsoft nel 14.3% dei casi, più del doppio.
La ricerca di Wright va a scontrarsi con quella pubblicata nel gennaio scorso dal professore di Harvard Ben Edelman, secondo il quale “comparando i risultati di diversi motori di ricerca si può concludere che Google mette intenzionalmente i propri siti per primi“. Bing, secondo i dati di Edelman, si trova al terzo posto dopo Yahoo.
Va detto, però, che Edelman ha effettuato i suoi test utilizzando soltanto 32 chiavi di ricerca tra quelle più utilizzate dagli utenti - email, calendar, maps e chat in primis - mentre lo studio di Wright, sponsorizzata dall’International Center for Law And Economics, è stato eseguito con un numero molto più ampio di chiavi di ricerca scelte in maniera casuale.
Ora una domanda sorge spontanea: è davvero così importante e necessaria l’imparzialità dei motori di ricerca? Se, ad esempio, scegliete di utilizzare Gmail anzichè Yahoo e cercate la parola “mail“, non vi aspettate che esca Gmail come primo risultato? Poi spetta all’utente affinare i termini di ricerca e selezionare i risultati più giusto, no? Che ne pensate?
Via | SearchEngineLand
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